Agli inizi del Duecento, il monaco Gebeno di Eberbach stilò una galleria degli uomini illustri del secolo XII, da Bernardo di Chiaravalle a Ugo e Riccardo di S. Vittore, da Tommaso Becket vescovo e martire al venerabile abate Aelredo di Rievaulx, sino a Gioacchino da Fiore, «qui spiritum prophetiae habuisse dicitur». Ma di tutte queste figure, per il monaco Gebeno, la più grande era stata Ildegarda di Bingen. Essa infatti assomigliava a un’aquila, e a lei, come a Giovanni, «arcana et secreta sua […] Deus plus caeteris revelavit», segreti che aveva poi comunicato in maniera mirabile, anche se «obscure et inusitato stylo». Nei documenti dell’epoca Ildegarda è indicata come abbatissa, ma anche come magistra, domina o praeposita. Lei invece parlava di sé stessa come dell’“ombra della luce vivente”.
Ascoltata come un oracolo, venerata come una santa, si erano cominciate a scrivere biografie su di lei quando era ancora in vita. A distanza di cinquant’anni dalla morte, nel 1233, papa Gregorio IX ordinò un’inchiesta sulle sue virtù e i suoi miracoli, in ottemperanza alla nuova prassi canonica. Ma l’iter processuale subì una battuta d’arresto al tempo del pontificato di Giovanni XXII, in un clima poco favorevole alla santità mistica e profetica. Per arrivare al riconoscimento ufficiale si sarebbe dovuto attendere il 7 ottobre 2012, quando la santità di Ildegarda di Bingen, universale, è stata proclamata con canonizzazione equipollente da papa Benedetto XVI, cui è seguito, a distanza di pochi mesi, il riconoscimento di dottore della Chiesa. Si è trattato di un provvedimento di notevole portata, che ha sancito l’autorevolezza di un magistero femminile di tipo carismatico, un messaggio che, nel 2013, è stato in un certo senso rafforzato con la canonizzazione di Angela da Foligno.
Profetessa, teologa, scienziata, musicista, poetessa, la figura complessa e poliedrica di Ildegarda è stata al centro negli ultimi decenni di una riscoperta storiografica agevolata anche dal lavoro di edizione critica delle sue opere. La pubblicazione del corpus degli scritti ha favorito una più approfondita conoscenza del suo pensiero e della sua attività multifome. È stato messo a fuoco il suo ruolo nella storia della cultura, riconoscendo in Ildegarda uno dei grandi protagonisti del risveglio intellettuale europeo del secolo XII, mentre la sua testimonianza viene ormai giustamente valutata come una delle più alte espressioni storiche dell’autocoscienza femminile. E tuttavia, in questo straordinario fervore di studi, ancora oggi non disponiamo di una biografia storicamente fondata di Ildegarda, che all’analisi delle testimonianze documentarie, in particolare delle sue lettere, unisca lo studio approfondito e articolato delle testimonianze bio-agiografiche.
Da questa esigenza ha preso le mosse un progetto di ricerca che intendeva analizzare fonti agiografiche ancora poco valorizzate e ricostruire i percorsi della memoria di Ildegarda, con un’impostazione cronologicamente rovesciata. Gli studi compresi in questo volume sono stati presentati e discussi nel corso di un Convegno organizzato dall’Associazione Italiana per lo Studio della Santità dei Culti e dell’Agiografia (AISSCA) in collaborazione con l’Istituto Storico per il Medioevo (ISIME), che si è svolto a Roma, presso i locali dell’Istituto, nell’aprile del 2017.
Info: www.isime.it