La festa di S. Antonio, già attestata, secondo la tradizione, a partire dal XIII secolo, ha preservato inalterato un nucleo di riti con caratteri di elevata arcaicità, che lasciano ipotizzare origini da collocarsi in epoca risalente; dopo la crisi intervenuta negli anni ’60 del secolo scorso, le comunità di Macerata Campania e di Portico di Caserta hanno promosso un forte impegno nella salvaguardia di questo elemento del patrimonio culturale e hanno dimostrato una rinnovata creatività che ha contribuito ad arricchire il programma originario della festa. Secondo un modello che si è mantenuto nel tempo, nella giornata del 17 gennaio, la festa di Sant’Antuono si articola in vari momenti: celebrazione liturgica di Sant’Antuono; ostensione della statua del Santo e processione, che si replica in diversi momenti della giornata; sfilata dei carri, dalla caratteristica forma di barca, ricavati da botti e da tini; produzione di musica ritmica melodica e amelodica mediante la percussione di e con strumenti da lavoro da parte delle cd. battuglie; esecuzione di canti devozionali redatti in dialetto locale e in lingua italiana; allestimento e accensione di fuochi figurati; preparazione e consumo dell’alimento tradizionale della past’e’llessa (pasta con le castagne lesse); organizzazione e partecipazione a momenti ludici e agonistici. Accanto a questo nucleo, si registra la celebrazione di un Vortag, il 16 gennaio, centrato su due momenti rituali: benedizione degli animali; benedizione del fuoco.

Schede audio-video per l’inserimento nell’Archivio del progetto di PACI e nel Geoportale della cultura alimentare del MiBACT


La benedizione degli animali


La benedizione del fuoco


La processione


La sfilata dei carri


La preparazione del mazzafune


La preparazione delle mazzette


La past’e’llessa


Prove musicali delle battuglie – i ritmi


I giochi tradizionali


La questua e la riffa